Astrologia e scienza: il pianeta Marte

Un articolo di 25 anni fa, ancora attuale, sull’esplorazione di Marte, pubblicato su Linguaggio Astrale, a cavallo fra astrologia e scienza. Autore: FABIO PETRELLA

LA SONDA PATHFINDER E L’OPPOSIZIONE MARTE-SATURNO: ALCUNE RIFLESSIONI SULL’ESPLORAZIONE DEL PIANETA ROSSO

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La sonda Pathfinder

Introduzione

Le suggestive immagini del pianeta rosso trasmesse dagli occhi elettronici della sonda americana Pathfinder hanno destato notevole curiosità ed interesse, avendo portato nel collettivo umano un profondo e nuovo messaggio dal nostro sistema planetario.

È dunque con grande attenzione che vanno studiate le circostanze astronomiche ed astrologiche verificatesi durante l’esplorazione del pianeta rosso: non può sfuggire il fondamentale transito di Marte in opposizione a Saturno sull’asse equinoziale, che ha coinciso con lo svolgimento della missione di Pathfinder.

Prima però di affrontare l’attualità, è d’obbligo fotografare con rapido excursus la storia di Marte pianeta e dio.

Il Pianeta

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Il pianeta Marte

È il primo dei pianeti detti «superiori», con distanza dal Sole maggiore di quella della Terra, ed è sempre visibile a qualsiasi ora della notte, per tutto il tempo in cui resta al di sopra dell’orizzonte. Quando è al massimo della sua luminosità, questa è seconda sola a quella di Venere. La sua distanza media dal Sole è di 228 milioni di chilometri, il suo diametro è circa la metà di quello terrestre. Ha due satelliti: Deimos e Fobos. Il colore rosso-aranciato è dovuto al tipo di suolo, costituito da un limo finissimo derivante dall’alterazione delle rocce composte in gran parte da ferro. La sua atmosfera è principalmente costituita da biossido di carbonio che congela in corrispondenza dei poli generando due calotte bianche, simi li a quelle terrestri. L’aria di Marte contiene soltanto un millesimo d’acqua rispetto al contenuto idrico dell’aria terrestre, ma ciò è sufficiente per condensare delle nubi che corrono alte nell’atmosfera oppure ruotano attorno alle guglie dei vulcani. Nelle valli si può trovare della nebbia mattutina e d’inverno il suolo può essere ricoperto da un sottile strato di acqua gelata. La sua superficie è caratterizzata dalla presenza di numerosi crateri, in parte di derivazione vulcanica, in parte prodotti dall’impatto di numerosi meteoriti. L’impatto frequente dei meteoriti sulla superfìcie di Marte viene spiegato con la relativa vicinanza del pianeta alla zona degli asteroidi e con le caratteristiche della sua atmosfera, molto rarefatta.Il nome Marte, come è noto, viene dal latino Mars. La forma antica era Mavors, poi contratta in Maurs e successivamente in Mars. L’attribuzione di questo nome al pianeta rosso è ripresa dai Greci, che lo chiamavano pianeta di Ares. La terminologia alessandrina lo indica come «o pyroèis», cioè «il Fiammeggiante», sulla scia sumerica che lo individuava come «Mul Dir», «stella rossa». Non mancava presso i Greci la variante Eracles (latino: Hercules). Un cerchietto senza punto centrale da cui si diparte una freccia. Un fallo in erezione. La lancia di Marte: qualcosa che punge, che colpisce, che taglia. Ma anche un Caos, il Fuoco primigenio che, in un’urgenza creatrice, scaglia una fiamma, getta qualcosa di sé fuori di sé.

Il mito

Il culto di Marte nell’antica Roma trae le sue origini dalla venerazione di una divinità italica che rappresentava essenzialmente lo spirito guerriero ma era anche legata alle feste agricole di inizio primavera. La stagione della guerra e quella agricola coincidevano con la fine dell’inverno: con l’equinozio, nel mese di marzo, a lui dedicato, primo del calendario arcaico, iniziava il nuovo ciclo vitale, in corrispondenza con il segno dell’Ariete. Anche in autunno, e precisamente il 15 ottobre, poco prima dell’ingresso del Sole nel segno dello Scorpione, con la festa dell’Equus october, si celebrava la chiusura dell’annata agricola e dell’attività bellica. Nella Roma classica Marte sembra aver perso le sue connotazioni originarie agricolo-militari e assume il carattere di Ares, la divinità greca a lui più somigliante: figlio di Zeus ed Era, incarna la divinità istintiva, belluina e sanguinaria, lo spirito guerriero sempre pronto a lottare per il più basso come per il più nobile degli scopi. Grande amante e seduttore, Ares è indissolubilmente legato ad Afrodite in tutti i racconti mitologici greci. Dalla loro unione, per alcuni autori legittima e per altri illegale, nascono Armonia, Fobo (Paura), Deimos (Spavento), Eros (Amore) ed Anteros (Amore ricambiato). In realtà anche a Roma troviamo Marte, anche se con minore evidenza, nella doppia veste di guerriero e amante: il dio feconda la vestale Rea Silvia che partorisce Romolo e Remo. L’animale sacro a Marte era il lupo che è anche simbolo della città di Roma. Nella storia del suo popolo dunque il mito di Marte appare compiutamente incarnato.

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Iconografia antica del dio Ares-Marte

L’esplorazione

L’osservazione astronomica moderna del pianeta è legata ai nomi di Schiapparelli e Lowell che ne avevano studiato i cosidetti «canali» che si è poi scoperto essere allineamenti virtuali, risultato di veri e propri effetti ottici. Questi immaginari canali, frutto dell’imperfezione tecnologica degli strumenti astronomici di quel tempo, erano anche il segno dell’interesse dei terrestri per un pianeta che già allora presentava evidenti segni di analogia con il nostro. La fantascienza è forse cominciata con l’immaginazione di uno sbarco di marziani sulla terra (forse la vita sul nostro pianeta proviene proprio da Marte), lo studio e la conoscenza del sistema solare passano per una tappa fondamentale: la scoperta del pianeta rosso. Numerose missioni sia sovietiche che americane, per mezzo di sonde e satelliti, hanno portato ad una progressiva, graduale presa di contatto con il pianeta rosso, in particolare con le sonde Mariner 9 nel 1971, e nel 1972 e la Viking 2, che nel settembre 1976 scese per la prima volta sul suolo di Marte. Devono passare però più di venti anni prima che una nuova missione possa avvicinarci ancora a Marte. Il 5 luglio 1997 la sonda Pathfinder scende felicemente sulla superficie di Marte: questa volta il progresso tecnologico è stupefacente e su ogni video, di televisione o di computer, è possibile riversare più di diecimila immagini ad alta risoluzione che ci portano a vedere il paesaggio di Marte come una gigantesca carrellata di diapositive di un nostro viaggio.

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Foto panoramica di Marte scattata dalla sonda Pathfinder “atterrata” su Marte

Nel frattempo il rilevamento delle caratteristiche dell’atmosfera, del suolo e delle rocce porta alla raccolta di 1,2 gigabytes (1,2 miliardi di bytes) di dati, portando ad una conoscenza analitica molto approfondita della composizione fisico-chimica del pianeta.

Significati astrometafisici

Pathfinder significa «scopritore di sentiero» e infatti il suo nome sembra molto appropriato: l’umanità cerca la sua via, con l’alta tecnologia del nostro tempo, come Diogene utilizzava la sua lampada per gettare luce sulla sua ricerca.

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La Carta dei Tarocchi che rappresenta l’Eremita

 L’Eremita della Carta dei Tarocchi porta con sè anche un bastone, simbolo dell’energia vitale, colore carne e un po’ serpentino in basso…Questa volta la freccia del glifo di Marte partita dalla terra ha centrato il suo obbiettivo ed ha raggiunto proprio lui… Nel viaggio di Pathfìnder (partito da Cape Canaveral, FL, il 4 dicembre 1996)

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Oroscopo eliocentrico del lancio di Pathfinder

durato otto mesi, Urano e Giove in Acquario hanno «appoggiato» con grande forza Saturno in Ariete e Marte in Bilancia, che si sono fronteggiati a lungo… fino alla fine di luglio, quando è avvenuta l’opposizione esatta e la NASA ha annunciato la conclusione della prima parte della missione. La congiunzione dei due pianeti si era verificata il 22 marzo 1996 durante la fase di ingegnerizzazione della missione, la prima opposizione il 9 gennaio 1997 un mese dopo la partenza dalla terra e la seconda e ultima il 29 luglio 1997, meno di un mese dopo «l’atterraggio» (4 luglio 1997). 

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Oroscopo eliocentrico dell’atterraggio di Pathifinder

Per quel periodo era previsto l’arresto del funzionamento della sonda, in realtà ancora oggi sono attive le batterie solari che consentono l’invio di ulteriori dati ed immagini. Ciò avviene quando Marte si porta in posizione di quinconce con l’Ariete ed in effetti sembra proprio registrare un effetto amplificativo, una risonanza data dalla sinergia dei due segni da lui governati. Al trigono di fuoco «calante» Marte-Saturno, in corrispondenza della congiunzione Marte-Plutone (3 ottobre 1997) e del sestile Marte-Urano (5 ottobre 1997), è annunciata la partenza della missione Cassini (6 ottobre 1997): un gigantesco razzo, denominato Titan IV/Centaur, dal peso di più di 5 tonnellate, lancerà una sonda verso Saturno. Il suo arrivo nell’orbita del pianeta è previsto per il 2004. La nuova congiunzione dei due pianeti (2 aprile 1998) avverrà al passaggio di Mercurio retrogrado (congiunto a Marte e Saturno il 31 e 29 marzo) e sempre in sestile a Urano: sarà completata l’elaborazione dei dati (già ora in corso), sarà possibile trarre conclusioni sulla missione di Pathfinder e divulgarne gli esiti scientifici. Saturno «visita» Marte. Transita nel segno dell’Ariete, nel domicilio primario del pianeta rosso, conosce e penetra i suoi segreti con il consenso di Giove e l’aiuto indispensabile di Urano in transito nel suo segno: l’Acquario, che governa gli Stati Uniti e la loro potenza tecnico-scientifica. Marte viceversa incontra Saturno nel suo domicilio primario: il segno della Bilancia. Dunque opposti ma per un altro verso congiunti. La conoscenza razionale deve prendere contatto con la potenza istintiva che non accetta barriere e viceversa l’azione cieca si confronta con la strategia, la valutazione, il calcolo. Una sfida molto difficile… nessuno dei due è contento che l’altro «ficchi il naso» nelle sue faccende… Eppure il rover che Pathfinder ha portato su Marte, il cui nome è Sojourner, ha portato con successo in giro il suo «naso»: un sensore collegato con uno spettrofotometro che ha consentito di analizzare la composizione del suolo e delle rocce marziane.

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Sojourner, il robot portato da Pathfinder, analizza le rocce marziane

A disposizione dell’uomo vi sono ora moltissimi dati che serviranno a ricostruire ancora meglio l’evoluzione del pianeta e i suoi rapporti con il nostro. Già prima dell’arrivo di Pathfinder un gruppo di scienzati della NASA aveva trovato evidenze che suggerivano con una certa fondatezza che la vita primitiva può essere esistita su Marte più di 3,6 miliardi di anni fa. All’interno di una antica roccia marziana caduta sulla Terra sono state trovate le prime molecole organiche che potrebbero essersi originate su Marte, numerose strutture minerali indice di attività biologica e possibili microscopici fossili di organismi primitivi simili a batteri. Ora il pianeta che può aver donato la vita alla Terra è sterile apparentemente. E l’uomo sta lentamente ma inesorabilmente riducendo il suo potere autoriproduttivo: la riduzione delle nascite nei paesi ipersviluppati (dal punto di vista tecnologico) è un fenomeno evidente e nel futuro prossimo lo sarà anche nei paesi attualmente considerabili in via di sviluppo. Dunque un Marte sempre meno efficace, almeno dal punto di vista riproduttivo? Sicuramente alle soglie del terzo millennio l’uomo cerca risposte ai suoi problemi esistenziali, da intendere come sopravvivenza sul pianeta Terra, e conseguentemente anche in senso metafisico «collettivo». Infatti la differenza fra Diogene e noi è che lui in quel tempo poteva cercare l’uomo da solo, adesso poca importanza ha il problema «metafisico» individuale, in fondo è una perdita di tempo.

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Immagine pittorica del saggio Diogene

Nell’Era dell’Acquario la risposta deve essere collettiva perchè i problemi fondamentali sono e saranno sempre di più su scala planetaria. L’unione della conoscenza metafìsica e scientifica passa attraverso un segno che domicilia sia Saturno che Urano e che incarna gli ideali dell’umanità. Marte nella sua valenza superiore rappresenta lo sforzo supremo di trascendenza che l’uomo rivolge nello spazio cosmico più vicino a lui, da dove pensa che sia arrivata nel passato la vita e dà dove pensa possa arrivare ancora una risposta vitale che sciolga la paura di non riuscire a risolvere i suoi problemi.

La missione su Marte, per quanto importante, è ovviamente interlocutoria. La nuova avventura su Saturno, ai confini del planetario visibile, porterà forse più luce conoscitiva, indispensabile al mondo terrestre che nel frattempo dovrà fronteggiare sfide sempre più impegnative alla fine del secondo millennio, in piena era Kali Yuga.

BIBLIOGRAFIA

Enciclopedia Europea Garzanti

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